SABBIO CHIESE NELLA STORIA

 

Lo stemma del Comune di Sabbio Chiese, che è anche il simbolo della Valle Sabbia, venne dipinto dal pittore Giovanni Virenini da Salò per la somma di Lire 500 (1909). 

 

 

Ricerche approfondite dimostrano che il territorio dove ora è Sabbio Chiese fu scenario del succedersi di numerose civiltà e invasioni. Un'iscrizione rinvenuta ai piedi del costone roccioso della Rocca sta a dimostrare l'influenza Etrusca. Successivamente la Valle venne occupata dai Galli Cenomani e poi dai Romani. Con lo sgretolarsi dell'impero romano, le nostre terre furono invase da un susseguirsi di orde barbariche, che ebbero di volta in volta il sopravvento per tutto il Medioevo.
Dopo l'anno 1000 Sabbio Chiese era costituito da poche case e dalla Rocca.
Nel 1162 l'esercito di Federico Barbarossa attraversò la Valle Sabbia e fino al 1400 la Valle, e con essa Sabbio, dovette subire il dominio detenuto dai vari signori e vassalli, divenendo corte, fra tanti, di Federico II, degli Avogadro e dei Visconti.
Nel 1428 la peste aveva portato a Brescia morte e desolazione, ma lasciava incolumi Sabbio ed altri paesi Valsabbini, che si videro affollare da cittadini in cerca di un rifugio e della salvezza. nei primi anni del 1500, Sabbio subì l'occupazione francese e poi quella spagnola.
Nel 1524 un'orda di dodicimila lanzichenetti attraversò la Valle. Nel 1630 a seguito di due anni di penosa carestia si manifestò la peste. Non diversa da quella fin qui esposta fu la sorte della Valle per tutto il 1700. 
Nel corso del 1800 Sabbio fu annesso alla repubblica Cisalpina. Poi iniziò un altro doloroso periodo: il governo austriaco. Infine Sabbio e la Valle furono parte del Regno d'Italia e successivamente, dopo i conflitti mondiali, della Repubblica Italiana.

Sabbio Chiese geograficamente
In Valle Sabbia, distante 39 Km dal capoluogo Brescia, al centro della bassa Valle costituita da terreni alluvionali, è situato Sabbio Chiese. I terrazzi che si susseguono sulle due sponde del fiume Chiese, sono posti a tre livelli corrispondenti ai tre periodi in cui il ghiacciaio del Chiese si spinse nel lago d'ldro.
Successivamente il fiume trasportò a valle il materiale morenico. I terrazzi pleistocenici di Sabbio Chiese occupano una vasta superficie. Si notano quelli di Sabbio Sopra e di Pavone sulla sinistra e sulla destra quello di Palina.
Sabbio Chiese è compreso nella zona sub montana; la sua altitudine massima (Monte Acuto) è a 752 mt s.l.m., la minima a 256 mt s.l.m. Il tipo di pianta che predomina nel paesaggio vegetale è il castagno specialmente sui morbidi terrazzi fluvioglaciali lungo i versanti vallivi. Nei restanti spazi cresce il ceduo più o meno compatto a caducifoglie varie, di cui la specie più importante è la rovere. Il Comune, che si estende su una superficie di 18,61 Kmq, è posto al centro del triangolo industriale costituito da Vobarno, Odoldo e Casto. È percorso da una rete stradale di circa Km 62 ( 20 Km di strade interne e 42 Km di strade esterne). Gli acquedotti (Km 20) sono alimentati da diverse fonti (Dase, Mau, Corvino, Troglio e Clibbio). Il territorio sabbiense offre risorse ambientali quali cave di sabbia e ghiaia, cave di marmo e fonti d'acqua di apprezzabile qualità come la "Fonte dei Miracoli".


 

LA ROCCA


 


L'origine della Rocca di Sabbio andrebbe ricercata nei secoli IX e X quando, in seguito alle invasioni ungariche, gli abitanti si rifugiavano con le loro robe nelle costruzioni fortificate. Si erge maestosa su uno sperone di roccia dolomitica al centro della bassa valle e nonostante sia costruita con mezzi poveri e semplici (pietra e calce) offre un'immagine di superba bellezza. Nel corso dei secoli ha variato le sue funzioni divenendo da fortezza a ricovero per le famiglie del luogo, poi ospizio degli anziani e scuola elementare. Ora è un Santuario dedicato al culto della Vergine. La Rocca presenta due chiese sovrapposte. La chiesa inferiore si presenta in forma geometrica molto irregolare e contiene due altari. Il maggiore subì l'offesa dell'incendio del 1958, ma un accurato restauro gli ha restituito buona parte dell'originale bellezza. L'altro è opera assai più remota e vi è collocata una tela di buona scuola. Alla chiesa superiore si sale per due scale. L'abside è separata dal resto della chiesa da un robusto cancello di ferro battuto, certamente produzione locale del primo cinquecento. Nella nicchia è affrescata la "Vergine col Bambino", più nota al popolo con il nome di "Madòna dei oséi", la quale viene festeggiata solennemente ogni dieci anni. Ai lati sono collocate quattro statue di profeti. La torre di vedetta, usata in seguito come campanile, venne certamente eretta nel secolo XVI e già allora vi era l'orologio.


Le feste decennali
Narra la leggenda che il dipinto raffigurante "La Maternità" sarebbe apparso miracolosamente nei pressi di Odolo. La indifferente freddezza con la quale fu accolta dagli abitanti la miracolosa apparizione fece si che la divina immagine si trasferisse a Sabbio, ove si sarebbe fermata sul frassino esistente alla sommità del colle della Rocca. Gli abitanti di Odolo scesero a Sabbio a rivendicare la proprietà e la riportarono a Odolo. Ma per un nuovo miracolo il dipinto della Vergine veniva nuovamente trovato sul frassino della Rocca, a chiara dimostrazione che era quello di Sabbio il popolo prediletto. Restano, come seguito della leggenda, le feste che ogni dieci anni si dedicano alla Madonna, trasportandone il simulacro dalla Rocca alla Parrocchia. Le origini delle feste decennali si fanno risalire presumibilmente al 1645, ma indicazioni precise si hanno a partire dal 1782. Il paese è ornato da mille luci e colori, da architettoniche costruzioni e da composizioni fantasiose costituite da innumerevoli fiori di carta.